PERCHÉ SCEGLIERE UNA TERAPIA FAMILIARE?
La Terapia Familiare si è diffusa per andare incontro ad alcune esigenze psicologiche, educative o relazionali delle famiglie e dei più piccoli che non venivano soddisfatte del tutto da altri modelli terapeutici.
Infatti, negli anni passati, nonostante l'inizio di una presa in carico individuale, alcuni pazienti faticavano a migliorare rimanendo in uno stato di sofferenza o isolamento tale da influenzare il benessere intero della famiglia. L'efficacia della terapia familiare si è confermata negli anni, andando a colmare le lacune lasciate da altri approcci terapeutici.
Inoltre, se pensiamo ai bambini dai 3 agli 11 anni possiamo intuire quanto possa essere importante per il loro benessere il coinvolgimento dei genitori e/o dei fratelli nel percorso di sostegno psicologico e dunque una terapia che possa includerli nel processo di cura. Infatti, nella maggior parte dei casi questo coinvolgimento aiuta a comprendere quanto avviene nel mondo interno del bambino e a gestire le difficoltà che influiscono anche sulla qualità di vita familiare.
Il terapeuta familiare, grazie alla sua formazione sistemico-relazionale ha la competenza necessaria per effettuare sia colloqui individuali che di coppia o familiari.
Quando si dovrebbe optare per una terapia familiare?
La terapia familiare è particolarmente utile in caso di:
- adolescenti e giovani adulti con evidenti segni di sofferenza e/o presenza di sintomi e resistenti ad una terapia individuale;
- bambini dai 3 agli 11 anni, con problematiche comportamentali, sociali ed emotive (es. oppositivi o provocatori, tristi, socialmente ritirati, con difficoltà scolastiche o patologie evolutive);
- presenza di sintomi ansiosi che si riflettono sul benessere del nucleo familiare;
- disturbi del comportamento alimentare;
- ritiro sociale di uno dei membri della famiglia (es. isolamento, tristezza prolungata, comunicazione scarsa con il resto del nucleo, disagio psichiatrico);
- alterazioni significative dell'umore di uno o più membri del sistema familiare (es. scoppi di rabbia, aggressività, elevata conflittualità, comportamenti autolesivi);
- stallo o peggioramento di una terapia individuale in corso di uno dei membri della famiglia;
- fase di separazione, divorzio, trasferimento in altro paese, lutto di un familiare;
- percorsi adottivi, di affido o di procreazione medicalmente assistita (PMA).
Come si realizza la terapia familiare?
A seguito di un primo colloquio di accoglienza con i genitori, in cui viene analizzato il problema, ci si conosce e vengono spiegati i metodi della Terapia Familiare, si procede con la fase di consultazione.
La consultazione consta di 3-4 colloqui in cui si ascolta la storia familiare e i punti di vista di ciascuno dei membri rispetto al problema. In questa fase, si incontrano i membri della famiglia, tutti o solo alcuni, e si definisce in modo chiaro e condiviso il problema, le conseguenze e le sue origini relazionali e non. Inoltre, si delineano dettagliatamente gli obiettivi del percorso, la frequenza e, a grandi linee, la durata globale.
A seguito di un colloquio di restituzione si procede con l'intervento familiare vero e proprio. In questa fase i colloqui possono avere diversi formati. Ad esempio, talvolta possono essere convocati soltanto i genitori, altre volte i fratelli, a volte solo figlio e genitore oppure soltanto il figlio.
Nella fase di chiusura della terapia, vengono rinforzate le risorse acquisite e le dinamiche relazioni funzionali.
A distanza di tempo, in accordo con la famiglia, talvolta vengono programmati degli incontri di 'follow up' per monitorare i risultati ottenuti durante il percorso.
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