Conflitto relazionale: 5 indicazioni per gestirlo in modo costruttivo

18.03.2023

Nella vita quotidiana, complici spesso la fretta e la stanchezza, ci capita di litigare nello stesso modo e sugli stessi argomenti con le persone a noi più vicine. A volte invece, per il quieto vivere non litighiamo ed evitiamo il conflitto, accumulando emozioni e giudizi negativi nei confronti di noi stessi e degli altri. Alla lunga, con questo approccio, corriamo il rischio di scoppiare per un torto o incomprensione, sfogando tutta la rabbia accumulata che abbiamo dentro, spesso ritenuta eccessiva per quella specifica situazione.

Ci sono alcuni modi di gestire i conflitti che non tengono conto solo del fatto di avere ragione o torto in una discussione ma che preservano la relazione grazie a un approccio collaborativo tra le persone coinvolte. Si tratta di un modo di gestire i conflitti, basato sulla propria consapevolezza emotiva e che usa modalità comunicative rispettose delle proprie motivazioni ma anche di quelle dell'altra persona.

Ma quali sono gli aspetti più importanti di cui tenere conto per gestire il conflitto in un modo costruttivo? Come fare per non finire, come al solito, attaccandoci e giudicandoci? Come possiamo trovare un punto di incontro tra le parti che non logori eccessivamente la relazione? Ecco a voi alcuni degli aspetti più importanti per gestire il conflitto in modo costruttivo:

  • Prendere la distanza senza agire impulsivamente: se all'interno di una litigata sfoghiamo la nostra rabbia, la nostra delusione o la frustrazione che proviamo, dobbiamo essere consapevoli che il nostro è uno sfogo nei confronti dell'altra persona o della situazione ma difficilmente costituirà una strategia orientata alla risoluzione del problema. Al contrario, il nostro sfogo più facilmente aumenterà la tensione e metterà l'altro sulla difensiva. Evitare lo sfogo non vuol dire guardare dall'altra parte o lasciare correre. Anche questo alla lunga sappiamo che non funziona e potrebbe portare ad un accumulo di rabbia e/o frustrazione sempre più difficile da gestire e contenere che poi potrebbe venire fuori nel modo e nel momento meno opportuno. Diversamente, prendere le distanze ci aiuta a ottimizzare la probabilità di gestire la situazione a favore di una risoluzione della stessa e della relazione con l'altra persona.

A volte, questo passaggio risulta difficile perché le emozioni che proviamo ci "spingono" all'azione e alla ricerca di "giustizia". Tuttavia, è importante sapere sostare nel disagio di alcune emozioni negative senza agire subito di conseguenza e scegliere il momento giusto per affrontare il problema. Per gestire costruttivamente una tensione relazionale è quindi importante sentirsi pronti a farlo e capire quando l'altra persona è più facilmente disponibile al dialogo. Così facendo, si cercano le condizioni di ottimizzare il risultato ed eviteremo di dire cose di cui ci potremmo pentirci più avanti.

  • Mettersi in contatto con le proprie emozioni: interrogarsi e capire quali sono le emozioni che si provano all'interno di un momento di tensione è molto più utile di quanto può sembrare. Se siamo consapevoli di ciò che proviamo e del perché ci sentiamo così, riusciremo più facilmente a ridimensionare il problema e a controllare sfoghi controproducenti. Quali sono le emozioni che sentiamo e perché? Quando ci siamo sentiti allo stesso modo in passato? Mi sento così per quello che è successo o c'era già qualcosa che non andava prima? Queste sono alcune delle domande che ci aiutano a orientarci all'interno di una situazione conflittuale.
  • Cogliere le ragioni e le emozioni dell'altra persona coinvolta: pensare alle motivazioni dell'altro e capire come si sente e il suo punto di vista ci aiuterà a validare la sua posizione e ci faciliterà nella negoziazione e nella ricerca di obiettivi condivisi. Dare un significato valido alla posizione dell'altra persona in base a quello che pensa o sente non significa condividerla o giustificare possibili comportamenti scorretti ma ci aiuta a capire cosa possiamo fare per andarle incontro pur mantenendo le nostre priorità.


  • Non dare per scontato tutto dell'altra persona: a volte litighiamo con persone che conosciamo benissimo e questo ci porta ad anticipare i suoi comportamenti e le sue reazioni. Magari non chiediamo qualcosa perché pensiamo di conoscere già la risposta. Questa modalità, sebbene abbia una base esperienziale che la sostiene, rischia di eliminare ogni possibilità di cambiamento in noi e nell'altro. Siamo anche noi, che con le nostre anticipazioni, chiudiamo l'altra persona o la situazione in una categoria chiusa, giudicandola o etichettandola perché diamo per scontato di sapere come reagirà e non ci preoccupiamo di conoscere di più sulle sue motivazioni.
  • Usare uno stile comunicativo non giudicante, basato sull'espressione dei propri pensieri e sentimenti e che prediliga le domande rispetto alla critica diretta. Così facendo, dimostriamo rispetto e desiderio di comprendere e faciliteremo un atteggiamento meno difensivo nell'altra persona. Una comunicazione costruttiva è basata sull'espressione dei nostri bisogni e delle nostre emozioni, cogliendo la posizione dell'altro senza rinunciare a quello che è importante per noi. Dopo avere ascoltato e cercato di comprendere le motivazioni dell'altro, sarà più facile esporre le nostre priorità e i nostri bisogni!

Chiaramente non c'è una "bacchetta magica" che ci permetta di gestire le situazioni di tensione, in particolare all'interno delle relazioni per noi più significative. Tuttavia, tenendo a mente queste indicazioni e allenandoci nel metterle in pratica possiamo sperimentare il conflitto non come una minaccia alla relazione o a noi stessi ma come un aspetto fisiologico delle relazioni che, se affrontato costruttivamente, offre un'occasione di maggiore comprensione dell'altro.

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